Arriva un’altra offensiva del generale inverno

Ieri una slavina ha travolto un gruppo di sciatori. A rischio per il maltempo i vigneti in pianura

Previste forti precipitazioni nelle regioni del Sud e dell’Adriatico. La prossima settimana attese temperature polari

Ancora una settimana di pioggia al Sud e sulle regioni dell'Adriatico, mentre in Nord Italia e fascia Tirrenica si potrà tirare un respiro di sollievo, resteranno all'asciutto e rientrerà il rischio esondazioni. Ma dalla prossima settimana arriva il freddo e se sarà troppo sono a rischio i vigneti con una particolarità: rischiano di più quelli di pianura rispetto a quelli in zone di montagna. Questo il quadro sull'emergenza maltempo tracciato dall'agronomo Rolando Manfredini e dal direttore dell'istituto di biometereologia del Cnr di Firenze Giampiero Maracchi. «I mesi di novembre e dicembre - sottolinea Mafredini - sono stati caratterizzati da una piovosità eccezionale che ha colpito a macchia di leopardo. Il bacino imbrifero del Tevere ha esondato e non accadeva da 50 anni. Quindici giorni fa in 2 giorni sono caduti sulla zona 100 millimetri di acqua, grosso modo un ottavo di quello che cade in un anno». Un fatto eccezionale per il Tevere, ma vista la situazione nel complesso non c'è nulla di nuovo sotto il sole (o sotto la pioggia). «È dal 1990 che le precipitazioni sono diventate più intense fino a tre volte più che negli anni '50-'90 - dice il professor Giampiero Maracchi - grosso modo siamo passati dai 40-50 millimetri di pioggia in un giorno agli 80-120 al giorno nel periodo 1990-2005». Ma questo non vuol dire affatto che abbiamo più acqua a disposizione, anzi - sottolinea Maracchi - nel complesso piove meno ma in modo più intenso con conseguenze anche micidiali sul territorio. Insomma, prosegue, «è vero che gli alvei dei fiumi in alcuni casi sono trascurati, che c'è poca attenzione al territorio, che si costruisce su terreno a rischio geologico, ma è anche vero che dagli anni Novanta le piogge sono più intense e concentrate nel tempo mettendo a rischio il territorio». Non è un caso, ricorda, che dal '90 ad oggi «le grandi società di riassicurazione hanno effettuato pagamenti per il risarcimento da danni metereologici tre-quattro volte superiori». E sempre dal 1990 l'Italia sta spendendo 4 miliardi di euro l'anno a causa di questo tipo di fenomeni. Tutte risorse bruciate. Intanto in Italia si cominciano a prevedere i danni. «Le zone più colpite - sottolinea l'agronomo Rolando Manfredini - sono le zone della dorsale appenninica, ovvero, al Nord: Emilia Romagna e Liguria. Nel Centro: Umbria, Lazio e Marche e al Sud alcune zone della Campania». Le precipitazioni dell'ultimo mese hanno messo a rischio grano e orzo perché, spiega, «l'eccesso d'acqua rischia di soffocare le radici delle coltivazioni. I danni effettivi li verificheremo, ma già possiamo prevedere che avremo meno grano e orzo italiani sul mercato». Danni pesanti anche per la coltura orticola perché il terreno bagnato ha impedito la raccolta e rovinato gli ortaggi. Ma Manfredini guarda con preoccupazione anche alla prossima settimana quando ci si aspetta un calo delle temperature. «Se la temperatura scenderà molto sotto zero - afferma - intorno a -20 per capirci, ne faranno le spese le viti. Capita molto raramente, in genere ogni 20-25 anni. L'ultima volta però è stata nell'86 e adesso quasi ci siamo...». La protezione civile delle Marche comunque ha cominciato il monitoraggio dei fiumi nella parte centrale della regione (in particolare nelle province di Ancona e Macerata). In particolare è scattato lo stato di allerta per i fiumi Esino, Aspio, Musone, Potenza a cui si è aggiunto, dalle 16, anche il Misa. In varie località delle Marche si segnalano comunque smottamenti e allagamenti. Le condizioni del tempo sono migliorate nel Casertano - anche se la temperatura è rigida e la neve ha raggiunto il mezzo metro sul Massiccio del Matese. Una slavina è inoltre caduta nell'Alta Valle del Gran San Bernardo. La massa di neve si è staccata nella zona del colle del Menouve, al confine tra Italia e Svizzera. La slavina si è abbattuta sulla pista del rientro del Super Grand Saint Bernard (in territorio italiano). Alcuni sciatori sono stati estratti dalla neve.


mercoledì 4 gennaio 2006

 

 

MONTAGNA: VALANGA SU PISTA DA SCI DEL SAN BERNARDO, UN FERITO

TRAVOLTE UNDICI PERSONE

Aosta,3 gen. - (Adnkronos) - Il distacco di una valanga, avvenuto oggi alle 14.50 sul versante italiano della pista Super San Bernardo nel Comune di Etroubles ad Aosta, ha coinvolto 11 persone, tra le quali soltanto una e' rimasta ferita ma non versa in gravi condizioni e al momento si trova all'ospedale regionale di Aosta. Lo riferisce la Protezione civile locale, che e' intervenuta con due elicotteri sul posto con due medici oltre a quattro unita' cinofile e dodici guide alpine.

Una valanga a Etroubles sulla pista del Super San Bernardo: solo un ferito

Data: 03 01 2006

Ora: 16:51

Nessun morto, undici persone coinvolte, un ferito trasportato immediatamente all'Ospedale di Aosta . E' il bilancio della valanga che oggi, alle 14,53, si è staccata sul versante italiano della pista Super San Bernardo nel Comune di Etroubles.

Sul posto sono stati inviati due elicotteri con due medici oltre a quattro unità cinofile e dodici guide alpine.


Le operazioni di soccorso si sono concluse alle 16,35 dopo che guide e unità cinofile si sono accertate che non vi fossero altre persone coinvolte.

 

 

CRONACHE
CONCLUSE OPERAZIONI DI SOCCORSO, NON CI SONO ALTRE PERSONE COINVOLTE
Slavina su pista in Valle d'Aosta, un ferito
Undici sciatori travolti sul Gran San Bernardo
3/1/2006


valanga

Soccorritori all'opera dopo una valanga
AOSTA. Il distacco di una valanga, avvenuto oggi alle 14.50 sul versante italiano della pista Super San Bernardo nel Comune di Etroubles ad Aosta, ha coinvolto 11 persone, tra le quali soltanto una è rimasta ferita ma non versa in gravi condizioni e al momento si trova all'ospedale regionale di Aosta. Lo riferisce la Protezione civile locale, che è intervenuta con due elicotteri sul posto con due medici oltre a quattro unità cinofile e dodici guide alpine. Le operazioni di soccorso si sono concluse alle ore 16.35 dopo che guide e unità cinofile si sono accertate che non vi fossero altre persone coinvolte.

Il pericolo valanghe, in queste ore, è considerato dagli esperti «marcato», ovvero a livello 3 su una scala da 1 a 5.

 

 

Val d'Aosta, slavina trovolge sciatori sul Gran San Bernardo

attualità

3 gennaio 2005 - Undici sciatori sono stati travolti questo pomeriggio da una slavina nella zona della valle del Gran San Bernardo, al confine tra Italia e Svizzera. Dieci sono usciti illesi, uno a riportato una frattura.

 

Sul posto sono intervenuti l'elisoccorso valdostano e le guide alpine. In queste ore gli esperti hanno definito "marcato" il pericolo valanghe, a livello 3 su una scala da 1 a 5.