TRAGEDIA COL DU MONT (rievocazione dell’incidente del 1945)

(ANSA) - AOSTA, 26 GEN - Un brivido di commozione ha avvolto la sala della Cogne Acciai Speciali quando Luciano Caveri, presidente della Regione, nel commemorare la tragedia del Col du Mont, nell'alta Valgrisenche, ha esordito declamando i nomi, l'età ed il numero di figli degli operai della Cogne "vittime della guerra".

Era il 26 gennaio 1945 quando gli operai della 'Societa' anonima nazionale Cogné trasportavano viveri, legnami e munizioni sul Col du Mont, per rifornire alpini e soldati tedeschi. "La fabbrica aostana, fin dal 1943 - ha ricordato Caveri - era passata sotto il controllo diretto del Terzo Reich. Era un'industria di interesse bellico: i suoi operai erano militarizzati, ed erano in parte inseriti nel cosiddetto 'battaglione dei lavoratori addetto alle corvee'".

Nel ricordare l'evento Caveri ha raccontato: "La mattina del 26 gennaio, 51 operai partirono alla volta del Col du Mont, accompagnati da quattro militari. La sera del 26 gennaio, il questore repubblichino di Aosta inviò al Ministero degli interni e al capo della Polizia un telegramma: 'Ventisei corrente in Valgrisenza colonna operai addetti trasporti at militari in linea veniva travolta da valanga alt Rimanevano sepolti 33 civili et due militari alt Sono in corso lavori per recupero salme'.

Una slavina aveva travolto la colonna, colonna che era partita alle 6 del mattino, con un doppio carico, per evitare di fare due viaggi. Durante la salita il tempo peggiorava, e una tormenta aveva investito la spedizione. Alle 10.30, durante l'attraversamento a mezza costa di un pendio sotto il ghiacciaio dell'Ormelune, una valanga con un fronte di 300 metri si staccò. Travolgendo tutto. Gli operai che non furono sepolti cercarono subito di soccorrere i compagni, si salvarono in venti. Una seconda valanga si staccò successivamente, impedendo il proseguo delle ricerche.

"Fu l'evento di guerra - ha sottolineato Caveri - che produsse il maggior numero di vittime un un sol giorno, dopo il bombardamento di Pont Saint Martin. Fu la tragedia del Col du Mont". Secondo i valgreseins, una tragedia annunciata, da testimonianze sembra che gli abitanti di Fornet avessero vivamente sconsigliato alla colonna di partire.

Le autorità naziste e fasciste tentarono di presentare la tragedia all'opinione pubblica come un tributo alla causa della guerra. Inizialmente il tentativo riuscì e parte della popolazione prese questa versione per buona. "Oggi sappiamo che gli operai deceduti sotto le nevi del Col du Mont - ha aggiunto Caveri - non stavano effettuando una missione sostenuta moralmente da uno spirito patriottico ma erano vittime di guerra, precettate dal comando militare tedesco". "Violenza e costrizioni - ha concluso il presidente della Regione - si erano trasferiti dal campo di battaglia alle fabbriche e il lavoro operaio era diventato subordinato agli interessi della prosecuzione di guerra".

 

 

MORIRE A VALGRISENCHE (2008)

http://bp3.blogger.com/_ZKaxvAISaQk/R5taw8UrheI/AAAAAAAAA-I/fFa-64O3iO0/s320/Valgrisenche:+Targa.JPGSessantatre anni fa, esattamente il 26 gennaio 1945, una colonna composta da 51 operai della Cogne di Aosta più quattro militari tedeschi di scorta, si misero in marcia alle sei del mattino per un trasporto di viveri e munizioni destinato a truppe miste italo-tedesche accampate nella zona del Col du Mont situato nella vallata di Valgrisenche. Durante la notte, una tormenta di neve si era abbattuta su tutta la Valle d'Aosta, tanto che il viaggio si presentò subito difficoltoso oltre che irto di pericoli. Alle 10,30, durante un arduo attraversamento di un pendio sotto il ghiacciaio dell'Ormelune, un'enorme valanga con un fronte di oltre trecento metri si staccò dalla cima della montagna travolgendo la colonna degli operai. 33 civili e due militari morivano sepolti sotto quintali di neve. Una tragedia del resto annunciata, poiché viste le pessime condizioni del tempo, gli abitanti di Fornet, piccolo villaggio situato sulle sponde della Dora di Valgrisenche, avevano fortemente sconsigliato gli operai di mettersi in viaggio. Su settimanale dell'epoca Augusta Pretoria si leggerà nella sua prima edizione di febbraio: "Tutta la popolazione del luogo è ancora sotto il peso della terribile disgrazia accaduta il 26 gennaio, quando una valanga dalle proporzioni colossali che mai si era vista in Valle d'Aosta, ha seppellito 35 persone. Nelle febbrili operazioni di recupero e dopo aver estratto dalla massa nevosa sei corpi, improvvisamente dalla montagna si staccava un'altra valanga che ricopriva le salme già estratte. La montagna non ha voluto lasciarsi strappare le sue vittime". (Gericus)
(foto: targa in memoria delle vittime)