sabato 18 marzo 2000,

In alta Valle Aurina alcuni paesi isolati per una notte

Per il timore di valanghe chiuse da ieri due strade

adp

PREDOI. Due paesi isolati ed un manto nevoso di proporzioni certamente inusuali per la stagione rappresentano il bilancio di una giornata di maltempo e neve che ha colpito l'intera parte nord della Valle Aurina, a partire più o meno dall'abitato di Campo Tures. Dal pomeriggio di ieri infatti, a causa del persistere delle precipitazioni nevose che a sera non erano ancora cessate, i locali comitati antivalanghe assieme ai responsabili del servizio strade della Provincia hanno chiuso per pericolo di valanghe la strada provinciale 48 per Riva di Tures e la statale 621 della Valle Aurina in località Klamme, attorno al chilometro 33, poco dopo le gallerie e la forra dell'Aurino. In poco meno di 24 ore di maltempo il fondovalle di Predoi ha accumulato un manto nevoso di circa un metro, mentre poco più in alto, verso Casere e Santo Spirito, l'altezza della neve ha raggiunto i 130 centimetri con punte di anche 150 centimetri sui costoni che sovrastano il paese. Il forte vento che spirava in quota ha consigliato già alla mattina la chiusura della strada verso S.Spirito, mentre nel corso del pomeriggio si è dovuto optare, per ragioni di sicurezza, anche per la chiusura della statale d'accesso al paese, che è così rimasto isolato. I pendolari che lavorano quotidianamente a Brunico non hanno potuto raggiungere le loro abitazioni, ricorrendo a sistemazioni di fortuna per la notte.

domenica 19 marzo 2000, S. Giuseppe

L'INCUBO VALANGHE

Predoi isolata, evacuati Danni e le strade chiuse

adp

PREDOI. Dopo un accenno di sosta, nel tardo pomeriggio di ieri è ripreso a nevicare condannando ancora all'isolamento il comune più a nord d'Italia. Più di un metro e mezzo di neve fresca in paese, un metro e ottanta centimetri nella frazione di Casere, oltre quattro metri di neve fresca sui pendii circostanti il paese: i componenti della commissione valanghe non hanno neppure tentato la riapertura della strada. Lo stato di isolamento, con il transito interdetto anche ai mezzi di soccorso, rimarrà tale fino alle 16 di oggi, ora per la quale è stata indetta una nuova riunione con sopralluogo. Nella notte fra venerdì e sabato, due valanghe si sono abbattute sulla frazione di Casere. La più grande ha colpito il maso Lenzer, penetrando fino all'interno dello stabile e costringendo le autorità all'evacuazione della famiglia. Con essa altre sette famiglie, in totale 11 persone, sono state evacuate dalle proprie abitazioni ed hanno trovato alloggio provvisorio presso parenti o conoscenti. Distrutte anche baite e stalle a S. Spirito. Il sindaco Alois Brugger ha invitato la popolazione a non uscire di casa se non per motivi di forza maggiore e ad attenersi alle disposizioni dell'autorità. Per il momento non sussistono problemi di alimentazione per il paese che, a parte il pane fresco, dispone di riserve sufficienti. Il servizio d'emergenza è garantito dagli elicotteri dei carabinieri e della protezione civile: limitati al minimo i voli per non provocare, con il rumore e gli spostamenti d'aria, il distacco di altre slavine. Nel pomeriggio di ieri è stata chiusa anche la strada provinciale 156 di Selva dei Molini per pericolo valanghe.

BOLZANO

lunedì 20 marzo 2000, S. Alessandra

Strada riaperta, l'isolamento è finito

A Predoi cessata la grande paura

Undici evacuati, malghe distrutte

e.d.

BOLZANO. L'incubo valanghe resta, soprattutto nel territorio comunale di Predoi fino al confine di Stato. Ma la grande paura di venerdì notte e di sabato sembra passata. Il condizionale però è d'obbligo, nonostante alcuni «segnali» positivi come l'assestamento del manto nevoso e un sensibile calo della temperatura. Ieri a mezzogiorno è stata aperta parte della strada statale ma la quantità di neve caduta è a rischio perché è stata eccezionale: un metro e mezzo a Predoi, oltre 4 metri sopra i 2000 di quota. Ieri mattina ha smesso di nevicare. S'è alzato un forte vento che aumentava il rischio. Poi le raffiche sono cessate e la temperatura s'è abbassata. A mezzogiorno s'è riunita la commissione valanghe che, valutata la situazione dopo altri sopralluoghi, ha deciso di riaprire la strada statale fra San Pietro e Predoi. Resta chiuso - perché il pericolo di valanghe è sempre molto elevato - il tratto da Casere a Santo Spirito. Due masi sono ancora isolati: gli undici abitanti sono stati soccorsi già sabato mattina e portati a Predoi, presso alcuni famigliari. Raggiungere il Lenzhof è stato un problema in più: i vigili del fuoco si sono sobbarcati una lunga camminata, sprofondando in oltre un metro e mezzo di neve. Al maso hanno avuto problemi con un'anziana donna che proprio non ne voleva sapere di lasciare la sua abituale dimora. Alla fine sono riusciti a convincerla e su una barella l'hanno portata a valle.

Di valanghe, sopra i duemila metri di quota, ne sono cadute diverse. Tutte di notevoli dimensioni. La più grande è precipitata a valle, nella notte fra venerdì e sabato, fra Casere e Santo Spirito: proprio in quell'area rimane, come detto, un elevato pericolo. La conferma viene dal maresciallo Georg Jageregger, comandante della locale stazione dei carabinieri: «Il pericolo resta molto alto ma l'abbassamento della temperatura e il conseguente assestamento del manto nevoso sono segnali indubbiamente confortanti. La speranza è ovviamente che non nevichi più. L'emergenza rimane ma con la riapertura almeno di un tratto della strada statale è possibile il rifornimento dei generi di prima necessità, soprattutto del pane che cominciava a scarseggiare». Difficile, per il momento, quantificare i danni. Bisognerà attendere primavera per avere un quadro della situazione. Le valanghe, cadute soprattutto a 2000 metri di quota, hanno fatto un'autentica strage di malghe e baite, di aree boschive pregiate. Lesionato, ma in modo non irreparabile, un caratteristico maso: la massa nevosa è entrata dall'uscio e per il tremendo spostamento d'aria sono saltati tutti i vetri del rustico. Nessun ferito, per fortuna. E questo è da considerare un autentico miracolo viste le dimensioni della precipitazione nevosa e delle slavine cadute nel territorio di Predoi. Adesso i timori maggiori - come conferma il comandante della stazione dei carabinieri - vengono dal possibile rialzo della temperatura. Le valanghe sono lì, come altrettanti incubi, pronte a precipitare. Basteranno pochi gradi sopra lo zero per smuoverle. E la zona fra Casere e Santo Spirito, ogni primavera, diventa a rischio. Elevatissimo.

Alto Adige online

Siamo stati fortunati, dice il sindaco

«Così tanta neve solo nel 1951»

BOLZANO. In valle Aurina una nevicata del genere - 149 centimetri in 48 ore rilevati dall'apposita stazione ubicata a Predoi - se la ricordano in pochi. A memoria di residenti, bisogna risalire al 1951 per una precipitazione nevosa di quantità simile a quella dei giorni scorsi. Intanto ieri a mezzogiorno, a conclusione dell'ennesima riunione della commissione valanghe, il sindaco di Predoi Alois Brugger ha revocato il consiglio agli abitanti di rimanere nelle proprie abitazioni. «La situazione - dice il sindaco - per fortuna è migliorata. La neve s'è consolidata, grazie anche ad un calo della temperatura, e quindi è diminuito il pericolo di caduta valanghe. Questo stato di cose, fatte le opportune verifiche, ci ha consentito anche l'apertura della strada statale fra San Pietro e Predoi con la possibilità quindi di fornire agli abitanti i generi di prima necessità, soprattutto il pane che cominciava a scarseggiare. Nessun problema per le persone che sono state evacuate: hanno trovato sistemazione presso loro parenti che risiedono a Predoi». Per quanto riguarda i danni causati dalla caduta di numerose valanghe soprattutto nella vasta area a duemila metri di quota, il sindaco ricorda «la distruzione di alcune malghe, di tre baite, di un vasto tratto boschivo e i danni arrecati ad un maso che è stato lesionato in modo pesante ma non irreparabile. Possiamo comunque ritenerci fortunati perché poteva andare peggio, molto peggio. Vorrei ringraziare pubblicamente tutti coloro che si sono dati da fare in questi giorni di assoluta emergenza. Credo siano stati determinanti i lavori di prevenzione che sono stati realizzati dai Bacini Montani in quota: senza certi accorgimenti, la massa nevosa sarebbe arrivata fino a sfiorare le case».

martedì 21 marzo 2000

Fa freddo, è diminuito il pericolo di valanghe

PREDOI Emergenza cessata dopo la tanta neve

PREDOI. Con le basse temperature, che hanno favorito un primo consolidamento dell'enorme massa nevosa caduta in meno di 72 ore sull'alta Valle Aurina ed in particolare su Predoi, sta lentamente riavvicinandosi alla normalità anche la situazione generale. L'allarme per il pericolo di valanghe rimane ancora attivo, ma già dalla serata di domenica è stato possibile interrompere l'isolamento (nella foto dal Dolomiten) dei centri più colpiti. L'apposito servizio provinciale ha stilato nella giornata di ieri un sintetico resoconto della situazione: a Predoi una valanga ha danneggiato il maso Lenzerhof a Casere ed ha costretto all'evacuazione anche un altro stabile con la conseguenza che 11 persone sono ancora attualmente ospitate presso parenti o vicini. Dopo S.Spirito le valanghe hanno spazzato via due malghe ed alcuni piccoli fienili di montagna. Nel comune di Valle Aurina i danni sono stati quasi insignificanti e solo la parte alta degli impianti di Monte Chiusetta sono rimasti chiusi nella giornata di sabato. In comune di Campo Tures l'abitato di Riva è stato liberato dall'isolamento nella mattinata di domenica dopo che sono state sgomberate due valanghe con un fronte complessivo di oltre 400 metri. Anche gli impianti di Monte Spicco sono rimasti chiusi, in alto, nella giornata di sabato. Due strade sono state chiuse provvisoriamente anche a Selva Molini.

mercoledì 22 marzo 2000,

L'incubo da valanghe è purtroppo di attualità A Predoi emergenza finita

In autunno convegno medico sugli incidenti in montagna

adp

PREDOI. Mentre in alta Valle Aurina la situazione va lentamente normalizzandosi, anche grazie alle basse temperature che favoriscono il consolidamento dell'enorme massa nevosa caduta in appena 78 ore, Brunico si prepara lentamente ad un interessante congresso che con la neve, la montagna e gli incidenti ad essa connessi ha un legame di estrema importanza. Si tratta infatti del congresso di medicina di montagna e di soccorso in caso di incidenti causati da valanga. Si tratta del primo «Cold Congress Brunico 2000» che, dal 21 al 24 settembre di quest'anno radunerà nel capoluogo pusterese il fior fiore dei ricercatori americani ed europei che si occupano delle patologie legate al freddo: ipotermia, congelamento ed incidenti da valanga. Il congresso è stato organizzato dalla società italiana di medicina di montagna presieduta dalla dottoressa Annalisa Cogo di Ferrara e di cui un rinomato esponente è anche il dottor Hermann Brugger di Brunico, insignito nel 1992 e nel 1995 dei premi di ricerca Eduard Wallnhöfer e Georg Grabner per le sue pubblicazione sulle possibilità di sopravvivenza in caso di seppellimento da valanga, che ha assunto la direzione scientifica del convegno. L'argomento del congresso, a margine del quale noti alpinisti si intratterranno sull'etica delle spedizioni estreme, è di particolare importanza in quanto sin dal 1976 nessun convegno internazionale è stato dedicato alle patologie legate all'esposizione prolungata al freddo. Numerosi studi sono stati effettuati in Europa e negli Stati Uniti nel corso degli anni '90, allargando le conoscenze in materia che però mai sono state messe a confronto diretto in un convegno specialistico. Un esempio che verrà portato all'attenzione dei circa 300 medici che sono attesi a Brunico sarà quello della rianimazione, avvenuta in Norvegia, di un paziente che presentava una temperatura corporea di appena 13,7º e sarà anche presentato un nuovo mezzo per il salvataggio di persone travolte da valanga. L'ultima settimana di settembre quindi, in vista dell'inverno 2001, proporrà argomenti interessantissimi ed attuali. Ci sarà certo modo di riparlarne.

venerdì 31 marzo 2000,

VALANGHE Predoi resta isolata per una notte

PREDOI. Ancora una nottata di isolamento per il comune di Predoi, nell'alta Valle Aurina. Le copiosissime nevivate miste a pioggia dei giorni scorsi, che si sono aggiunte allo strato di neve già esistente per il maltempo che da due settimane ormai tormenta la zona, hanno infatti consigliato le autorità competenti alla chiusura della strada statale, in località Klamme, per tutta la serata di mercoledì ed anche per la nottata successiva. La neve, che stava cadendo abbondante da tutto il pomeriggio, acuiva infatti nuovamente il rischio di valanghe che si era attenuato solo da poche ore dopo le giornate di isolamento delle scorse settimane. Solo nel primo pomeriggio di ieri, l'apposita commissione comunale ha tolto il divieto di transito sulla statale, riportando la situazione ad una, seppur parziale ed ancora precaria, normalità. I dati degli uffici meteorologici parlano di condizioni che si vanno via via rimettendo al bello ma con essi arrivano anche i messaggi e gli inviti alla prudenza verso gli escursionisti e gli appassionati di sci alpinismo, che la neve fresca attirerà sicuramente ancora in alto. Le condizioni del manto nevoso sono, per il momento estremamente instabili ed il rischio di valanghe, anche per i metri e metri di neve caduta in poche ore, è ancora elevatissimo. Il consiglio è quello di rinunciare a qualsiasi rischio, in attesa di condizioni migliori e più stabili.