UN RACCONTO DI UN INCIDENTE

Martedì 03/02/09

Una valanga "cercata" (e trovata)

Sto cercando di salire in f.lla Palantina Bassa.
La neve caduta nei giorni precedenti è molta, impossibile passare per il percorso classico, inoltre, si vede una cornice enorme in f.lla. Ha smesso di nevicare da poco, sono ben consapevole che il pericolo di valanghe è alto.
A circa metà percorso, in corrispondenza di un pianetto, sul versante di destra ci sono dei piccoli larici, degli arbusti e un breve salto di croda: dovrebbero frazionare e rendere meno pericolosa una eventuale caduta di neve.
Sono circa 100m di dislivello abbastanza ripidi.
Decido di provare, Laura mi segue a pochi metri.
Tutto bene fino a un paio di metri dalla sommità: gli sci affondano bene, il fondo sembra solido, non si staccano lastre di neve, insomma, non sembra pericoloso…

La valanga è improvvisa, repentina, veloce.
Mi ritrovo a correre lungo il pendio a testa in giù, gli sci bloccati non si staccano e non rallentano la corsa. Tengo la testa fuori, botte da tutte le parti. Arrivo sugli arbusti, uno sci si incastra, mi fermo a testa in giù. La neve mi scorre sopra, cerca di trascinarmi ancora a valle, il piede tira forte per uscire dallo scarpone… Fortunatamente resto bloccato.
Il primo pensiero è per Laura, anche lei è rimasta sotto. Urlo, la chiamo… Niente, solo il rumore della neve.
Pochi secondi, un battito di ciglia, possono trasformarti la vita in un dramma.

Dopo un paio di lunghissimi minuti sento la sua voce…, riesco a vederla. E’ stata trascinata molto più in basso, fortunatamente non si è fatta niente.
Sono sempre a testa in giù appeso per uno sci. Ora devo capire come togliermi da quella posizione, non è poi così semplice…
Sotto è arrivato uno scialpinista allarmato perché non ci vedeva rientrare in Casera. Mi urla: “ Ci vorrebbe una foto “. Non rispondo, ho altro a cui pensare: non riesco né a togliere lo scarpone né a sganciare lo sci!
Sono felice, poteva andare molto peggio. Ancora una trazione sull’arbusto e riesco a sganciarlo.

E’ quasi finita, mancano ancora le racchette che troverò un cinquantina di metri più sotto. Raggiungo Laura e insieme scendiamo alla macchina.
Ho una gamba come una "anguria" ma non sembra ci sia niente di rotto. Laura solo qualche botta, niente di particolare.

Amos